Grandissima "Piccola cantina" dell'Etna. Cantine Girolamo Russo
Vecchie vigne ad alberello e a filari nelle vigne più nuove, sul versante Nord dell’Etna tra i 650 e i 780 m.s.m, coltivate nel rispetto della tradizione e seguendo i dettami della coltivazione biologica.
Sono 15 gli ettari di superficie vitata, dislocati in 3 contrade diverse: San Lorenzo, la più estesa e la più alta; Feudo e Feudo di mezzo, tutte comprese nei territori di Castiglione di Sicilia e Randazzo.
Il vitigno autoctono è il Nerello Mascalese [con piccole quantità sparse di nerello cappuccio]. L’età dei ceppi varia dai 40 agli oltre 100 anni di età, fatta eccezione per una parte di recente impianto, con una resa di circa 35 q. per ha. dovuta alle fallanze createsi nel tempo e a un incisivo diradamento
e selezione in vendemmia.
Vecchie vigne ad alberello e a filari nelle vigne più nuove, sul versante Nord dell’Etna tra i 650 e i 780 m.s.m, coltivate nel rispetto della tradizione e seguendo i dettami della coltivazione biologica.
Sono 18 gli ettari di superficie vitata, dislocati in 3 contrade diverse: San Lorenzo, la più estesa e la più alta; Feudo e Feudo di mezzo, tutte comprese nei territori di Castiglione di Sicilia e Randazzo.
Il vitigno autoctono è il Nerello Mascalese [con piccole quantità sparse di nerello cappuccio]. L’età dei ceppi varia dai 40 agli oltre 100 anni di età, fatta eccezione per una parte di recente impianto, con una resa di circa 35 q. per ha. dovuta alle fallanze createsi nel tempo e a un incisivo diradamento
e selezione in vendemmia.
Distesa sul versante nord dell’Etna, tra i 650 e i 780 metri, l’Azienda ha in proprietà 18 ettari di vigneti, incorniciati da noccioleti e uliveti.
Nel 2005 Giuseppe Russo la rifonda e la dedica al padre Girolamo, volendo esprimere con forza la necessità di non disperdere i valori della sua famiglia, interpretandoli, alla stesso tempo, in maniera personale e innovativa, costruendosi una diversa cultura del vino e scegliendo di rimanere nel borgo nativo, Passopisciaro, il borgo della rinascita dei grandi vini rossi dell’Etna.
Giuseppe e i suoi collaboratori coltivano le vigne in regime biologico, secondo la tradizione contadina: quella che ha permesso a vigneti antichi, la gran parte più che centenari, di giungere fino a oggi.
E così, i vecchi impianti ad alberello sono stati arricchiti da nuovi vigneti a filari, e si è mantenuta la lavorazione manuale di un tempo: potature corte, aratura, zappatura, legatura, zolfo e rame. Nel mese di ottobre, in vendemmia, le uve sono selezionate con cura e vinificate separatamente a seconda della contrada d’origine, affinché rinasca nel vino l’anima di ciascuna, così ricca di profumi, colori, e di aspra dolcezza.